Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

il richiamo del Papa appena riportato in copertina è davvero molto forte. Non è la prima volta che segnala situazioni di ingiustizia internazionale, ma questa volta ci tocca da vicino e scomoda le nostre coscienze. E di fronte ad una provocazione così decisa ci vuole una risposta altrettanto decisa. È la proposta dei CORRIDOI UMANITARI, sostenuta con coraggio e intelligenza da Aldo BONAIUTO, sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII, in una lettera pubblicata due giorni fa sul quotidiano Avvenire e che riportiamo integralmente.
L’altra sera in una strada della prostituzione del Centro Italia una ragazza nigeriana, al quinto mese di gravidanza, mi ha descritto l’orrore della sua prigionia in Libia, e lo stupro subito e della ‘madame’ incaricata di indirizzarla al mercimonio. Le ho chiesto chi l’avesse messa incinta e mi ha risposto: ‘i cattivi in Libia’, mostrandomi la schiena piagata dalle frustate.
In tanti anni sulle strade della tratta ho visto che i ‘cattivi’ non si trovano soltanto aldilà del mare, ma anche tra coloro che lasciano mano libera ai trafficanti senza arrivare mai a una politica internazionale che tolga alle organizzazioni criminali un formidabile strumento di sfruttamento e di arricchimento. Persino nelle guerre più cruente e nei momenti nei quali sembrava smarrito ogni senso di umanità, la salvaguardia dello straniero, maggiormente esposto e fragile, è stata sempre riconosciuta e garantita. Una regola non scritta ma ovunque osservata fin dall’antichità, attribuisce all’ostaggio, al fuggitivo uno status di persona che scappa da morte certa e perciò merita tutela e misericordia. La storia ci insegna che, durante qualsiasi conflitto, negoziare e aprire vie di salvezza per fasce di popolazione particolarmente oppresse è l’unica soluzione praticabile per scongiurare stragi di innocenti.        Continua nell’  ALLEGATO

————————————————————

NON I POTENTI MA GLI OPPRESSI COSTRUISCONO “LA NUOVA UMANITÀ” (Angelus, 5-07-2020)

1a. AngelusIl brano evangelico di questa domenica (cfr Mt 11,25-30) è articolato in tre parti: anzitutto Gesù innalza un inno di benedizione e di ringraziamento al Padre, perché ha rivelato ai poveri e ai semplici il mistero del Regno dei cieli; poi svela il rapporto intimo e singolare che c’è tra Lui e il Padre; e infine invita ad andare a Lui e a seguirlo per trovare sollievo.
In primo luogo, Gesù loda il Padre, perché ha tenuto nascosti i segreti del suo Regno, della sua verità, «ai sapienti e ai dotti» (v. 25). Li chiama così con un velo di ironia, perché presumono di essere saggi, sapienti, e dunque hanno il cuore chiuso, tante volte. La vera saggezza viene anche dal cuore, non è soltanto capire idee: la vera saggezza entra anche nel cuore. E se tu sai tante cose ma hai il cuore chiuso, tu non sei saggio. I misteri di suo Padre, Gesù li dice rivelati ai «piccoli», a quanti si aprono con fiducia alla sua Parola di salvezza, aprono il cuore alla Parola di salvezza, sentono il bisogno di Lui e attendono tutto da Lui. Il cuore aperto e fiducioso verso il Signore.
Poi, Gesù spiega che ha ricevuto tutto dal Padre, e lo chiama «Padre mio», per affermare l’unicità del suo rapporto con Lui. Infatti, solo tra il Figlio e il Padre c’è totale reciprocità: l’uno conosce l’altro, l’uno vive nell’altro. Ma questa comunione unica è come un fiore che sboccia, per rivelare gratuitamente la sua bellezza e la sua bontà. Ed ecco allora l’invito di Gesù: «Venite a me…» (v. 28). Egli vuole donare quanto attinge dal Padre. Vuole donarci la verità, e la verità di Gesù è sempre gratuita: è un dono, è lo Spirito Santo, la Verità.        Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

NUOVO INCARICO PER MONS. ARTURO

2a. Messaggio mons. ArturoEra nell’aria da tempo ed alla fine la decisione di papa Francesco è arrivata: mons. Arturo Fajardo dopo dodici anni lascia la diocesi di S. José de Mayo per assumere quella più vasta di Salto nel nord dell’Uruguay. Lusinghiero, anche se dispiaciuto, il commento di don Federico: è un grande pastore.
Anche noi, come Centro Missionario, ricordiamo con piacere la ricca collaborazione e l’amicizia che ci ha legato in questi anni e formuliamo i più sinceri auguri  di buon lavoro per il nuovo impegno pastorale.

Di seguito il messaggio di saluto alla Diocesi.

Cari fratelli e sorelle delle due comunità di San Josè e Flores e a tutti quelli che vivono in questi dipartimenti:
Come saprete, dopo 13 anni in questa amata Diocesi di San Josè de Mayo, Papa Francesco mi ha nominato Vescovo di Salto. In questi giorni leggevo nel libro di Giosuè “Ora alzati e attraversa il fiume Giordano  […] come sono stato con Mosè, così sarò con te: io non ti lascerò e non ti abbandonerò. Sii coraggioso e forte…” (Giosuè 1, 2-6). Queste parole mi danno sollievo di fronte a questa sfida che dobbiamo affrontare e mi animano per  poter servire di cuore il Signore e la sua Chiesa, superando le mie debolezze.        Continua nell’ ALLEGATO 

————————————————————

UN BRASILE IN DIFFICOLTÀ EPPURE CARICO DI SPERANZA (Dario Bossi)

3a. Un Brasile ...Cosa sta succedendo nel grande Paese latinoamericano? Padre Dario Bossi, provinciale dei Comboniani in Brasile, tratteggia un quadro abbastanza preoccupante. La situazione infatti non può essere definita solo di crisi, quanto piuttosto di collasso: in campo sanitario, socio-ambientale e democratico. Tuttavia ci segni forti di resistenza e di riscossa grazie all’impegno profetico della Chiesa e dalla resistenza della Comunità indigene dell’Amazzonia.

Un collasso sanitario
Ci sono molte contraddizioni, molta disorganizzazione tra il potere pubblico nella gestione dell’emergenza. Abbiamo cambiato già tre ministri della Salute e oggi questo ministero è assolutamente militarizzato con pochissima competenza da parte dei funzionari. Si insiste ad esempio sull’uso della clorochina, benché sia stato dimostrato che questo farmaco non sia la panacea contro questo virus. Il negazionismo o il ridottivismo della situazione e del pericolo è estremo.
Inoltre il conflitto tra governo federale e i governo degli stati è molto forte, per cui non c’è una politica unificata che definisca delle linee comuni. E questo crea confusione, sfiducia, disorganizzazione.        Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

LA VITA IN MISSIONE NONOSTANTE IL COVID-19

Lettera di P. Walter Maccalli

Ca4a. Maccalli-W-20-07-02rissimi amici del Centro Missionario di Crema,

vi invio alcune righe per raccontare un poco di quello che stiamo vivendo a Foya, sempre ringraziandovi per il sostegno nella preghiera per la liberazione di mio fratello P. Gigi.
Qui siamo in piena stagione delle piogge e la nostre gente è impegnata nei lavoro campestri. In questo periodo ogni anno la malaria si fa sentire in modo molto violento e colpisce tutti quanti, uomini, donne e soprattutto bambini. Quest’anno poi, come ovunque nel mondo, dobbiamo fare i conti con il Coronavirus. Qui a Foya ci cono stati una decina di casi, rilevati negli ultimi giorni. Tra di essi anche il pastore principale della chiesa pentecostale (la più importante della città). L’ospedale centrale di Boma è stato praticamente chiuso e alcuni medici ed infermieri messi in quarantena. Anche se da un paio di settimane abbiamo avuto l’autorizzazione ad iniziare le celebrazioni nelle nostre chiese, in realtà questo è il momento di massimo pericolo per il Covid-19. Cerchiamo di rispettare le consegne per non creare ulteriori focolai.         Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

GLI STATI POPOLARI NON SONO PIAZZA DELLA PROTESTA, MA DELLA PROPOSTA (Alberto Sala)

5a. Aboubakar SoumahoroLa piazza simbolo del lavoro e del sindacato diventa il palco in cui gli “invisibili” prendono la parola nell’iniziativa organizzata dal sindacalista Usb (Unione Sindacati di Base) di Aboubakar Soumahoro: dai precari ai disoccupati, dai lavoratori della scuola ai giovani (con rappresentanza delle Sardine). Tra distanziamento e mascherine, cassette di frutta e verdura l’appello è alla politica: “Siamo noi che portiamo a loro il cibo, ora ci diano diritti”

“Non siamo corpi da sfruttare“. La voce si alza da piazza San Giovanni, simbolo della sinistra, dei sindacati, del lavoro. Ma se il primo maggio il lockdown ha rinviato il concertone, la grande piazza di Roma diventa il posto in cui “gli invisibili diventano visibili”. Sotto gli oltre 30 gradi di un 5 luglio si ritrovano e si alternano sul palco e in piazza – distanziati per quanto possibile e tutti con la mascherina – braccianti agricoli, rider, precari, operai della Whirlpool che sta per andarsene, lavoratori dell’ArcelorMittal che nel loro avvenire hanno solo buio. Ci sono i lavoratori della scuola, i senza casa, i senza lavoro, i giovani. Sono gli Stati Popolari, organizzati dal leader sindacale dell’Usb Aboubakar Soumahoro e la scelta del nome così simile agli Stati generali organizzati a Villa Doria Pamphilj dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte non è affatto casuale. Quella di San Giovanni diventa l’occasione per poter raccontare le rispettive storie di crisi e di dolori e anche lanciare le proposte. Un’iniziativa in cui si sono riviste dopo tanto tempo anche le Sardine, che con un flash mob hanno lasciato scritto sull’asfalto della Capitale: “Non siamo invisibili!“. E’ una piazza della proposta, non della protesta, rivendica Soumahoro che manda un altro messaggio al capo del governo che già aveva incontrato agli Stati generali dopo essersi incatenato fuori da Villa Pamphilj: “Ascolti la voce degli invisibili”, dice.      Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

Il Centro Missionario informa…

A – VEGLIA DI PREGHIERA PER PADRE GIGI

doc1-1

————————————————————

Nuovo Documento di Microsoft Office Word-1B – GUATEMALA CHIAMA CREMA

Fino ad ora la risposta delle nostre Comunità è stata molto generosa, addirittura al di là delle nostre aspettative. Infatti al 9 luglio erano stati raccolti 19.024 euro. Come Centro Missionario abbiamo già provveduto ad inviare a mons. Rosolino Bianchetti, suddivisi in tre rate, 14.450 euro, che sono stati immediatamente impiegati nell’acquisto dei generi alimentari sopra indicati. Inutile dire che mons. Rosolino ringrazia con immenso affetto tanta generosità e ci comunica che, non appena possibile, ci invierà una precisa rendicontazione degli aiuti ricevuti. GRAZIE A TUTTI!

————————————————————

C –  Il Centro Missionario ha aperto un canale youtube dove è possibile vedere belle testimonianze dei Missionari. Non si tratta solo di documenti di solidarietà, ma di veri e propri spaccati di una realtà, la loro, che finalmente possiamo conoscere da vicino.

CONSIGLIAMO LA VISIONE  LA SITUAZIONE IN LIBERIA.
Padre Lorenzo Snider, Missionario SMA, che opera in équipe con Padre Walter Maccalli, ci racconta come si vive in Liberia questo momento di pandemia.

https://www.youtube.com/watch?v=N1ANZSZAMnY&feature

Iscriviti al canale di youtube del “Centro Missionario Diocesi di Crema”, per essere avvisato ad ogni pubblicazione di un nuovo video. Link: https://www.youtube.com/channel/UCV1dJoWbFRA2sSAwpJTBpxg

————————————————————

Untitled

0001a. Appello Papa
Una bimba siriana rifugiata guarda attraverso una recinzione dall’interno del campo profughi di Pournara, nel villaggio di Kokkinotrimithia, a Cipro, il 23 giugno 2020. EPA-EFE/KATIA CHRISTODOULOU

Martedì prossimo, 30 giugno,

si terrà la quarta Conferenza dell’Unione Europea e delle Nazioni Unite

per “sostenere il futuro della Siria e della regione”.

Preghiamo per questo importante incontro,

perché possa migliorare la drammatica situazione del popolo siriano

e dei popoli vicini, in particolare del Libano,

nel contesto di gravi crisi socio-politiche ed economiche

che la pandemia ha reso ancora più difficili.

Pensate che ci sono bambini con la fame, che non hanno da mangiare!

Per favore, che i dirigenti siano capaci di fare la pace».

Papa FRANCESCO – dopo l’Angelus del 28 giugno 2020

————————————————————

Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

                                     il 30 giugno scorso è stato ricordato il 60° anniversario dell’indipendenza della Repubblica Democratica del Congo. Un avvenimento abbastanza comune, perché nell’arco di due anni quasi tutti i Paesi africani celebreranno lo stesso anniversario di indipendenza. Tuttavia il caso del Congo, sia per motivi storici che geografici, assume un’importanza particolare e ci porta ad abbozzare qualche riflessione sul COLONIALISMO.
In primo luogo le dimensioni della Repubblica Democratica del Congo e la sua posizione geografica ne fanno uno dei Paesi più significativi del Continente africano. La sua storia coloniale poi ha dell’incredibile in quanto la Conferenza di Berlino del 1885 sancì il Congo come “proprietà personale” del re del Belgio Leopoldo II. E continuò ad essere tale fino al 1908, quando il re, anche a causa delle pressioni di un’opinione pubblica internazionale che non accettava né questa anomalia giuridica né le brutalità di cui si macchiò in oltre vent’anni di dominio assoluto, fu costretto a cedere il “suo” Congo allo stato belga.        Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

ADERIRE AL VANGELO È DONARSI CON GENEROSITÀ (Angelus, 28-06-2020)

1a. AngelusIn questa domenica, il Vangelo (cfr Mt 10,37-42) fa risuonare con forza l’invito a vivere in pienezza e senza tentennamenti la nostra adesione al Signore. Gesù chiede ai suoi discepoli di prendere sul serio le esigenze evangeliche, anche quando ciò richiede sacrificio e fatica.

La prima richiesta esigente che Egli rivolge a chi lo segue è quella di porre l’amore verso di Lui al di sopra degli affetti familiari. Dice: «Chi ama padre o madre, […] figlio o figlia più di me non è degno di me» (v. 37). Gesù non intende di certo sottovalutare l’amore per i genitori e i figli, ma sa che i legami di parentela, se sono messi al primo posto, possono deviare dal vero bene. Lo vediamo: alcune corruzioni nei governi, vengono proprio perché l’amore alla parentela è più grande dell’amore alla patria, e mettono in carica i parenti. Lo stesso con Gesù: quando l’amore [per i familiari] è più grande di [quello per] Lui non va bene. Tutti potremmo portare tanti esempi al riguardo. Senza parlare di quelle situazioni in cui gli affetti familiari si mischiano con scelte contrapposte al Vangelo. Quando invece l’amore verso i genitori e i figli è animato e purificato dall’amore del Signore, allora diventa pienamente fecondo e produce frutti di bene nella famiglia stessa e molto al di là di essa. In questo senso Gesù dice questa frase. Ricordiamo anche come Gesù rimprovera i dottori della legge che fanno mancare il necessario ai genitori con la pretesa di darlo all’altare, di darlo alla Chiesa (cfr Mc 7,8-13). Li rimprovera! Il vero amore a Gesù richiede un vero amore ai genitori, ai figli, ma se cerchiamo prima l’interesse familiare, questo porta sempre su una strada sbagliata.           Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————