SEMPRE PIÙ GRAVE LA CRISI ISTITUZIONALE (la Redazione)

3a. MyanmarMYANMAR

 Si alza il livello di scontro nel Paese asiatico. Le manifestazioni contro il colpo di stato si allargano a macchia d’olio, mentre l’esercito, in difficoltà, usa proiettili letali, gas lacrimogeni e granate assordanti. Significativa la protesta dei Cristiani.

Sembra un paradosso, ma l’aumentata violenza con la quale polizia ed esercito aggrediscono i manifestanti sembra far crescere, di contro, la volontà di resistenza di questi ultimi.
È un bollettino di guerra il bilancio degli scontri dell’ultimo giorno di febbraio: 18 i morti, oltre 30 i feriti e 470 gli arrestati. Eppure le dimostrazioni si stanno estendendo a molte città del Myanmar, al grido “La democrazia è la nostra causa” e “ Lotteremo fino alla fine”. Così giovani e meno giovani sfilano per le strade con il braccio alzato, nel saluto delle tre dita reso celebre dal film Hunger Games e usato a lungo da giovani militanti pro-democrazia in Thailandia e altri Paesi asiatici.
La durata e l’ampiezza delle manifestazioni e dello sciopero sostenuto dal Movimento della disobbedienza civile sta mettendo in crisi il funzionamento del Paese e frustrando la Giunta, premuta anche dalle critiche della comunità internazionale. La scorsa settimana, il gen. Min Aung Hlaing aveva chiesto ai militari di usare forza minima per contenere le proteste. Ma questo non ha impedito all’esercito di usare la mano pesante nella repressione, al punto che già da alcuni giorni si registrano defezioni dalla polizia, che vanno ad aggiungersi ai dimostranti. Quest’oggi è stato diffuso un video in cui un maggiore della polizia di Yangon, Tin Min Tun, ha dichiarato di “non voler servire sotto il presente regime militare”. Sui social egli ricorda di aver servito la polizia dal 1989 e afferma: “Se questo regime militare rimane al potere, non raggiungeremo ciò che volgiamo nei prossimi 20 o 25 anni. Perderemo ancora una volta”.         Continua nell’ ALLEGATO

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VIA CRUCIS DELLE FAMIGLIE (Maria Teresa PONTARA PEDERIVA)

La Passione di Gesù in dialogo con le paure e le sofferenze delle famiglie

Patrizia Sartori (infermiera in ospedale) e Antonio Geminiani (direttore provinciale), 3 figli, Maria Teresa e Francesco Pederiva (con 3 figli e 1 nipotino), animatori di pastorale familiare della diocesi di Trento, hanno preparato questa Via Crucis che incrocia la sensibilità delle famiglie e lascia già intravedere la Luce del Risorto.

4a. Via crucis

GESÙ NELL’ORTO DEGLI ULIVI, GESÙ ARRESTATO E CONDANNATO

Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo
perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Dal Vangelo secondo Marco 14, 32-42

Giunsero a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego».  Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». Poi, andato un po’ innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell’ora. E diceva: «Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu». Poi venne, li trovò addormentati e disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Si allontanò di nuovo e pregò dicendo le stesse parole. Poi venne di nuovo e li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti, e non sapevano che cosa rispondergli. Venne per la terza volta e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Basta! È venuta l’ora: ecco, il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».         Continua nell’ ALLEGATO

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UN CENTRO DI RECUPERO PER I BAMBINI VITTIME DI VIOLENZA (F. Cremonesi – P. Di Vincenzo)

5a. Un Centro di recupero ...REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO

Da lunedì 22 febbraio, giorno dell’assassinio dell’ambasciatore Attanasio e della sua scorta, oltre 30 civili sono stati uccisi dalle bande che scorrazzano impunite nel Congo orientale. In attesa che qualcuno si muova per sbloccare una situazione infernale che sembra sfuggire ad ogni controllo, fratel Ivan ci chiede di aiutare l’anello più debole della catena costituito dalle vedove e dai bambini orfani

Butembo, febbraio 2021

Carissimi Amici della Missione,  pace e gioia nel Signore Gesù, nostra speranza e benedizione.

Con questa nostra lettera vorremmo condividere con voi una situazione drammatica incontrata sabato 6 febbraio 2021.
Nel 2019 avevamo iniziato il progetto di costruzione di un memoriale per ricordare le vittime innocenti dei massacri nel territorio di Beni. Era previsto un percorso che passasse attraverso i luoghi più significativi di questi eventi, come una via crucis di 15 stazioni, e che avesse come scopo di educare la gente alla riconciliazione e alla pace. Eravamo appena riusciti a costruire la prima stazione a Rwangoma, uno dei luoghi dove il 13 agosto 2016 è avvenuto il più terribile dei massacri, però abbiamo dovuto sospendere i lavori a causa dell’insicurezza nel territorio anche per non esporre i muratori al pericolo di venir uccisi.          Continua nell’ ALLEGATO

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NOTIZIE DAL CENTRO MISSIONARIO (La Redazione)

MESSA DI SOLIDARIETÀ CON IL CONGO

Domenica 7 marzo 2021, terza domenica di Quaresima, alle ore 18.30 sarà celebrata in Cattedrale, presieduta dal Vescovo Gianotti, una Messa di solidarietà con il Popolo congolese, per ricordare, insieme al sacrificio dell’ambasciatore Attanasio e della sua scorta Jacovacci e Milambo, le donne, gli uomini e i bambini uccisi a migliaia da un’assurda guerra di bande che scorrazzano nelle regioni orientali della Repubblica Democratica del Congo.
Vi invitiamo a pregare con la Comunità congolese, presente nella nostra diocesi e per il Congo.
Vi inviamo anche una preghiera di intercessione che può essere letta durante le Messe festive:

PREGHIERE DEI FEDELI  in occasione della Messa per il Congo

  1. Per le donne e gli uomini del Congo: perché, pur nella sofferenza che vivono quotidianamente, non perdano mai la speranza, con l’aiuto di dio e degli uomini, in una vita umana e in pace. PREGHIAMO
  1. Per tutti noi: perché che la morte di Luca Attanasio e quella dei suoi compagni, Vittorio Jacovacci e Mustapha Milambo, non sia stata inutile e serva ad aprire gli occhi di tutti su una realtà ormai divenuta insostenibile. PREGHIAMO
  1. Per i governanti delle nazioni: perché abbandonato ogni calcolo politico, promuovano sinceramente il bene comune nel rispetto dei diritti umani e in particolare della libertà PREGHIAMO
  1. Per tutte le donne e gli uomini di buona volontà: perché trovino nel Vangelo vie nuove per promuovere la giustizia e la pace per tutti e in modo particolare per i più deboli. PREGHIAMO

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NOTIZIE DAL CENTRO MISSIONARIO (La Redazione)

LA RIVOLUZIONE DELLA TENEREZZA

In occasione della prossima Festa della Donna, fratel Ivan CREMONESI, missionario in Congo, invia, dedicata a tutte le donne, un video di riflessione che ha per tema la RIVOLUZIONE DELLA TENEREZZA PROPOSTA DA PAPA FRANCESCO.

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Ciao da Fratel Ivan.

L’8 marzo è la festa della donna.
Invitato ad animare un ritiro a un gruppo e pensando che da tempo Papa Francesco sottolinea
l’ importanza delle donne nei vari ambiti della società civile e nella chiesa e sta promuovendo una rivoluzione basata sulla caratteristiche principali delle donne: armonia,tenerezza, bellezza, ho preparato un  video con qualche riflessione in proposito. Se volete vederlo  cliccate su questo link
https://youtu.be/8FFddz4Dghk
Dopo una breve introduzione si potrà accedere al video intero seguendo le istruzioni contenute. In ogni caso per vostra comodità lascio qui il link per vedere il video intero: http://bit.ly/ivan_RT

Un abbraccio a tutti da fratel Ivan CREMONESI

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Il Centro Missionario informa…

 LE TESTIMONIANZE DEI MISSIONARI SUL NOSTRO CANALE YOUTUBE

CONSIGLIAMO L’ASCOLTO

LA RIVOLUZIONE DELLA TENEREZZA

Fratel Ivan CREMONESI, missionario in Congo, invia, dedicata a tutte le donne, un video di riflessione che ha per tema la RIVOLUZIONE DELLA TENEREZZA PROPOSTA DA PAPA FRANCESCO.

www.youtube.com/watch?v=8FFddz4Dghk

Iscriviti al canale di youtube del “Centro Missionario Diocesi di Crema”, per essere avvisato ad ogni pubblicazione di un nuovo video. Link: https://www.youtube.com/channel/UCV1dJoWbFRA2sSAwpJTBpxg

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«Il nostro sistema sanitario nazionale, pur tra le tante difficoltà,
sta fronteggiando una prova senza precedenti
e si dimostra più che mai un patrimonio da preservare
e su cui investire, a tutela dell’intera collettività.
 
Per queste ragioni rivolgo,
a nome di tutti gli Italiani, un saluto riconoscente
a tutto il personale sanitario
ed esprimo commossa vicinanza ai familiari dei caduti
per la salvaguardia della salute di tutti noi».

Sergio MATTARELLA – I Giornata Nazionale del personale sanitario – 20.02.2021

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Enrico

Carissime Carissimi,

                                          ci sono notizie che, quando le ascolti ti fanno male. Ma ce ne sono altre che sono un vero e proprio pugno nello stomaco. Una di queste riguarda la morte dell’ambasciatore Luca ATTANASIO, del carabiniere Vittorio IACOVACCI e dell’autista Mustapha MILAMBO. Notizia che è letteralmente esplosa a metà mattina di lunedì scorso e che ha cambiato per molti di noi, il corso della giornata.

Dello spessore umano di Attanasio parla in modo eloquente il video che alleghiamo al presente numero. Quello che ci importa ricordare in queste righe è lo spessore morale, oltre che istituzionale che questo “servitore dello Stato” ha saputo incarnare.

 Non è una situazione facile quella che si vive in Congo. Anzi ha perfettamente ragione p. Giulio ALBANESE quando scrive e ripete che «Grida vendetta di fronte a Dio, che debba morire un ambasciatore italiano perché si parli della tragedia del Congo! Questo è il Congo di tutti i giorni! Un paradiso della natura, un inferno per gli uomini. Con una guerra civile da 20 anni, per prendersi le ricchezze minerarie: il petrolio di Virunga e nei Grandi Laghi, il gas naturale a Kivu, il coltan per fare i telefonini, il cobalto in mano ai cinesi, il columbio, i diamanti, il rame, l’uranio, praticamente tutto… L’ordine è fregare al Congo tutte le materie prime. E far scappare la gente che ci abita sopra, pagando mercenari per ammazzare.          Continua nell’ ALLEGATO

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MAI DIALOGARE CON IL DIAVOLO (Angelus, 21-02-2021)

1a. AngelusMercoledì scorso, con il rito penitenziale delle Ceneri, abbiamo iniziato il cammino della Quaresima. Oggi, prima domenica di questo tempo liturgico, la Parola di Dio ci indica la strada per vivere in maniera fruttuosa i quaranta giorni che conducono alla celebrazione annuale della Pasqua. È la strada percorsa da Gesù, che il Vangelo, con lo stile essenziale di Marco, riassume dicendo che Egli, prima di incominciare la sua predicazione, si ritirò per quaranta giorni nel deserto, dove fu tentato da Satana (cfr 1,12-15). L’Evangelista sottolinea che «lo Spirito sospinse Gesù nel deserto» (v. 12). Lo Spirito Santo, disceso su di Lui subito dopo il battesimo ricevuto da Giovanni nel fiume Giordano, lo stesso Spirito ora lo spinge ad andare nel deserto, per affrontare il Tentatore, per lottare contro il diavolo. L’intera esistenza di Gesù è posta sotto il segno dello Spirito di Dio, che lo anima, lo ispira, lo guida.

Ma pensiamo al deserto. Fermiamoci un momento su questo ambiente, naturale e simbolico, così importante nella Bibbia. Il deserto è il luogo dove Dio parla al cuore dell’uomo, e dove sgorga la risposta della preghiera, cioè il deserto della solitudine, il cuore staccato da altre cose e solo, in quella solitudine, si apre alla Parola di Dio. Ma è anche il luogo della prova e della tentazione, dove il Tentatore, approfittando della fragilità e dei bisogni umani, insinua la sua voce menzognera, alternativa a quella di Dio, una voce alternativa che ti fa vedere un’altra strada, un’altra strada di inganno. Il Tentatore seduce.          Continua nell’ ALLEGATO

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IO STABILISCO LA MIA ALLEANZA CON TE

2a. Don FedericoRITIRO IN PREPARAZIONE ALLA QUARESIMA

Nella riflessione, che sabato scorso don Federico ha guidato dall’Uruguay, evidenziata l’importanza del “deserto” come momento di verifica personale e comunitaria del nostro impegno nella costruzione del regno di Dio. Un Regno da edificare ovunque e sempre in qualsiasi condizione ci troviamo. Una testimonianza comunicata non solo con la mente, ma soprattutto col cuore e con la vita.

 Una visione di partenza

Punto di vista di partenza: come vivere la missione in questa quaresima difficile, che per noi, oltre al virus che comincia ad avere una incidenza preoccupante (il rapporto tamponi/positivi è dell’8%, 5 morti, totale più di 500) e alla situazione di minore partecipazione comunitaria che ha provocato, vuol dire: senza vescovo, nel vuoto dei mesi estivi, in una situazione di povertà e insicurezza sempre più evidenti, almeno in parrocchia, un po’ dispersi e orfani, senza un progetto pastorale che stimola e unifica e con un po’ di stanchezza, come risulta dal dialogo con altri preti…          Continua nell’ ALLEGATO

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