Lettere dalle missioni

DIO CI AMA E CI DÀ LA SUA PACE (suor A. MARCHESINI)

5a. La distribuzione delle BibbieQuasi due mesi fa, da queste pagine, rilanciammo la proposta di madre Amelia Marchesini canossiana, che lavora nel nord del Brasile, la quale, oltre a portare cibo alle famiglie povere rese ancora più povere dalla pandemia, voleva offrire anche un altro cibo: la Parola di Dio. Gli aiuti sono arrivati, 2.000 euro, e immediatamente inviati e questa è la risposta di Madre Amelia.

Imperatriz, 31 ottobre 2020

Quanta gioia nel mio cuore! Quanta gente ho visto letteralmente felice per poter abbracciare la PAROLA (la Bibbia) che non avevano mai potuto avere.
Abbiamo consegnato la prima Bibbia ad una vecchietta di 102 anni che ha sempre partecipato alla vita della Comunità, ma ora, divenuta cieca, è costretta a stare in casa. Nell’entrare nella sua casa, fu felice di udire la voce del parroco e della suora, ma non disse nulla. Nel momento in cui le consegnai la Bibbia dicendo che era proprio per lei, aprì gli occhi e, anche senza veder niente, si allargò in un sorriso, due lacrime le spuntarono dagli occhi e mi abbracciò forte forte dicendomi: “Non ho mai potuto avere una Bibbia, ma Gesù mi ha premiata alla fine della mia vita”.          Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

PADRE ZANCHI CI SCRIVE DALLA MISSIONE

UFFACarissimo Enrico, cordiali saluti dalla missione di Suihari, Dinajpur.

Scusa il ritardo nel rispondere a questo tuo messaggio. A te CMD, alla parrocchia di Bagnolo e al Gruppo missionario e Amici dei lebbrosi di Sergnano un grazie di cuore per la generosa solidarietà per i poveri in questo tempo di emergenza. Lascio al Signore dare la giusta ricompensa. L’ho detto al Signore nella mia preghiera.
Il Coronavirus non dà tregua. Il governo ieri ha rilasciato questi dati ufficiali: totale contagiati 292.625; guariti 175.567; morti 3.907. Da una settimana, ogni giorno, a Dinajpur città la popolazione viene invitata a seguire le norme date per affrontare l’epidemia virus (portare maschera – 200 taka di multa a chi gira senza – osservare la distanza, evitare assembramenti, lavarsi bene le mani, ai primi sintomi rivolgersi al dottore…) perché si sta diffondendo velocemente (2mila casi), ma non pare che la gente dia peso. Un esempio: ieri è stato sepolto un giovane della parrocchia che soffriva di epilessia, era andato a pescare da solo e non vedendolo tornare a casa i giovani sono andati a cercarlo e lo hanno trovato nell’acqua morto probabilmente per una crisi epilettica (qui non si fanno autopsie). Al funerale tanta gente ha partecipato e pochissimi con la mascherina.
Oltre il Coronavirus quest’anno la stagione delle piogge sta registrando una abbondante violenta pioggia quasi ogni giorno. Tanti distretti sono andati sott’acqua soprattutto al centro sud del Bangladesh.         Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

L’ARRIVO INASPETTATO DI CIBO HA APERTO IL LORO CUORE ALLA LODE A DIO PADRE DEI POVERI (s. Maria MARRONE)

4a. Una bella immagine di suor MariaAncora suor Maria Marrone, comboniana che lavora in Uganda, ci scrive raccontando come ha usato il denaro che ha ricevuto da Crema. Un dono inaspettato trasformato in vera e propria manna per i tanti diseredati che popolano la savana africana.

Lira, Aboke, agosto 2020

Carissimi Amici di Crema,
le famiglie sono tante e questi mesi sono difficili per loro. Molti non si aspettavano il nostro arrivo col cibo, per cui hanno visto davvero il Segno della Provvidenza di Dio in mezzo a loro.
Il nostro visitarli nei loro villaggi è stato anche un momento di incontro e di ascolto dei loro disagi e sofferenze. Molte donne lasciate sole con tanti bambini fanno fatica a perdonare chi le ha abbandonate. La legge del clan spesso si dimentica degli insegnamenti di Gesù, con atteggiamenti fondamentalmente pagani. Troppi orfani soffrono l’abbandono, la solitudine nonostante la tenera età. Cerchiamo di infondere coraggio e speranza perchè sappiamo che la loro vita vale di più di molti passeri…( Mt, 10,31)
Mamma Rose, vedova da qualche anno, non è di qui, viene dal Congo. La famiglia si è stabilita qualche anno fa, sulla terra del marito, ma la donna non è ufficialmente sposata, per cui I bambini risultano di nessuno.            Continua nell’  ALLEGATO

————————————————————

NONOSTANTE IL CORONAVIRUS, CONTINUIAMO A CREDERE, SPERARE, LAVORARE (P. Anthony Thota)

4a. Nonostante il coronavirus...Padre Anthony Thota ci scrive un’altra lettera dalla sua parrocchia in India, dove nonostante tutto fervono i lavori e la gente affronta con coraggio una situazione davvero difficile.

Srungavruksham, 13 agosto 2020

Care amiche e cari amici,
con questa lettera vorrei informarvi dell’attuale situazione in India e nella mia parrocchia di Srungavruksham.
In questo ultimo periodo la pandemia di Coronavirus si sta diffondendo in India e ogni giorno si contano circa 50.000 in India e nel mio stato  10.000 nuovi casi. La situazione è particolarmente seria nelle zone rurali, come ad esempio nella mia parrocchia, dove non ci sono ospedali che possono assistere in tempi rapidi i contagiati e per avere assistenza medica le persone devono fare molti chilometri per arrivare alle città vicine. Vi do testimonianza di tre eventi accaduti nella mia missione in questa settimana: 1. una donna incinta positiva al Coronavirus ha avuto un bambino; 2. una donna incinta positiva al Covid ha avuto una bambina; 3. una donna di nome Marta di 25 anni di età e incinta di due gemelli proprio questa notte, a mezzanotte del 13 agosto 2020, era in grande difficoltà perché gli ospedali non l’hanno accettata e, sotto la pioggia, è andata con la famiglia e il marito a Eluru per 100 chilometri per partorire. Come sempre e in particolar modo nei mesi scorsi, quando l’epidemia era particolarmente grave in Italia, preghiamo per voi e per i vostri cari. Vi chiediamo di pregare per noi e per queste mamme in questo periodo così difficile.        Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

DAL PANE ALIMENTO AL PANE PAROLA DI DIO (M. Amelia MARCHESINI)

5a.M. AmeliaMadre Amelia Marchesini ci coinvolge in una interessantissima iniziativa: dopo aver procurato per mesi cibo alle famiglie povere, sente il bisogno di fornire loro anche un altro cibo: la Parola di Dio. Ecco allora la richiesta di aiuto per l’acquisto di 50 Bibbie. Tutto per meno di 500 euro. Ce la faremo?

Imperatriz – Maranhão, 12 agosto 20

Carissimi Amici,
“la pace di Gesù sia con noi”. È un po’ di tempo che non ci sentiamo, ma sono sempre in contatto con il grande e bellissimo lavoro che state realizzando per il bene dell’umanità, qualunque esso sia. Noi possiamo fare il bene perché ci sostenete con la preghiera, la preoccupazione e specialmente con il vostro impegno e amore.
Sto bene, anche se devo prendermi cura della mia salute perché sono a rischio sia per l’età, sia perché sono diabetica. Ma grazie a Dio sto bene.
In questi giorni abbiamo distribuito in vari quartieri più di 200 ceste-base. Si è trattato di un’offerta che abbiamo raccolto e in questo modo siamo riuscite a realizzare questo. Tuttavia ci stiamo accorgendo che, oltre alle ceste si fa urgente una PASTORALE DELL’ASCOLTO. La gente sta soffrendo ed ha bisogno di essere ascoltata e consolata. Anche se ho un’età…a rischio, è in questo che mi sto impegnando.         Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

LONTANI FISICAMENTE, MA UNITI E VICINI ALLA STESSA MENSA EUCARISTICA

3a. Ismael Cortinas - Arturo MONDODon Federico in apertura e don Paolo in chiusura ci lasciano una toccante testimonianza di come il vescovo Arturo Fajardo, con la sua vita semplice, vicina alla gente, abbia lasciato un ricordo profondo e pieno di gratitudine nel cuore di tutti.

Carissime/i,

un forte abbraccio e buon ferragosto. Con il mio saluto introduco la lettera di don Paolo che parla del vescovo Arturo, grande amico e fratello che, come sapete, è stato destinato ad un’altra diocesi.
Penso che molti di voi abbiano avuto la possibilità di conoscerlo e di apprezzarlo nelle due visite che fece alla nostra diocesi (2016 e 2017). Uomo intelligente e acuto, prete e pastore sincero, umile, davvero “gaucho”, figlio della gente lavoratrice del campo. La sua partenza ci lascia sicuramente un po’ orfani, anche se cerchiamo di farcene una ragione. Dopo 13 anni di servizio episcopale, ancora giovane (59 anni), è bene per lui fare un’altra esperienza pastorale. Gli sradicamenti, anche se sono dolorosi, son un’ottima occasione per ripensarsi, scuotono dalla routine e stimolano la creatività. Per cui, accompagnato dalla preghiera di tutte le comunità, lo “inviamo”, come missionario della gioia del Vangelo, ad un’altra porzione del “santo e fedele Popolo di Dio”, in Uruguay. Grazie della vostra amicizia e della vostra preghiera. Abbiate
cura di voi, occhio al virus (qui la situazione è sotto controllo!), e di nuovo, buone vacanze se potete.         Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

PER NECESSITÀ SONO DIVENTATO PARROCO…

4a. padre SambusitiIn questa lettera padre Alberto Sambusiti ci racconta la difficile situazione che si è creata in Cameroun anche a causa della totale mancanza di informazione sulla diffusione del coronavirus. Ognuno fa un po’ quello che vuole e ci si affida alla provvidenza. Per fortuna il movimento terrorista di Boko Haram non si fa sentire.

Maroua  15/07/2020

Cari compaesani e amici tutti, ben ritrovati.
Vi invio qualche notizia per sentirci uniti anche se lontani.
La prima notizia che vi do riguarda la mia salute: sto bene nonostante il coronavirus circoli anche da noi. Riguardo questa pandemia qui da noi non siamo assolutamente informati dalle autorità e allora la gente non crede alla presenza del virus e non mette in pratica le misure disposte dal governo: porto obbligatorio di mascherine, distanziamento delle persone, lavarsi spesso le mani…
In chiesa esigiamo tutte queste norme dai nostri cristiani, ma poi, dopo le funzioni religiose, si mettono le mascherine in tasca, si salutano con la mano, vanno a bere la birra locale tutti insieme. Io cerco di proteggermi con la mascherina quando frequento luoghi pubblici, sopratutto al mercato quando vado a fare la spesa dove circolano centinaia di persone, non c’è altro da fare che affidarsi alla Provvidenza.
Pensate che il Cameroun, su 50 paesi africani, è al sesto posto con 14.000 casi di infetti.        Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

È IL SIGNORE CHE CI GUIDA DAI SUOI FIGLI PIÙ POVERI

Una bella immagine di suor Maria
Una bella immagine di suor Maria

Suor Maria Marrone, comboniana che lavora in Uganda, ci racconta come sono stati usati gli aiuti che alcuni Gruppi di Animazione Missionaria le hanno inviato. E spesso è proprio la Provvidenza a guidarla, senza saperlo, incontro a chi ha più bisogno.

Lira, Aboke, Luglio 2020

Carissimi amici,
a tutti voi un affettuoso saluto dall’Uganda, terra d’Africa.
A nome della popolazione Lango della Diocesi di Lira, desidero esprimervi la mia gratitudine per il grande aiuto che le avete dato. È da febbraio che siamo ancora nel lockdown per il coronavirus, e anche se ora è parziale, la gente risente della mancata libertà di muoversi e di procurarsi il necessario per il loro sostentamento. Non abbiamo notizie di persone decedute, e sinceramente non ne siamo a conoscenza, anche riguardo ai distretti vicini, ma l’allarme è ancora alto. C’è  l’obbligo della mascherina e di tenere distanze tra persone. I mercati non sono aperti anche se qualcuno tenta di esporre la loro merce per poter racimolare qualche soldino. Le leggi di sicurezza impediscono anche ai vari gruppi di questa chiesa nascente, di raccogliere qualcosa e di portare aiuti a quelle famiglie che loro sanno di aver bisogno. Noi abbiamo la fortuna di avere un’ambulanza, che seppure vecchia, svolge ancora la sua funzione. Ci è stato dato il permesso di distribuire aiuti alle famiglie con le dovute precauzioni.
Qui non hanno mai sentito parlare del TELEFONO AMICO, ma il nostro telefono è diventato l’unico mezzo che ci collega. Spesso sono i bambini che ci conoscono, che vanno dal signore che ha il telefono a disposizione del piccolo Villaggio, a chiamarci.        Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

LA VITA IN MISSIONE NONOSTANTE IL COVID-19

Lettera di P. Walter Maccalli

Ca4a. Maccalli-W-20-07-02rissimi amici del Centro Missionario di Crema,

vi invio alcune righe per raccontare un poco di quello che stiamo vivendo a Foya, sempre ringraziandovi per il sostegno nella preghiera per la liberazione di mio fratello P. Gigi.
Qui siamo in piena stagione delle piogge e la nostre gente è impegnata nei lavoro campestri. In questo periodo ogni anno la malaria si fa sentire in modo molto violento e colpisce tutti quanti, uomini, donne e soprattutto bambini. Quest’anno poi, come ovunque nel mondo, dobbiamo fare i conti con il Coronavirus. Qui a Foya ci cono stati una decina di casi, rilevati negli ultimi giorni. Tra di essi anche il pastore principale della chiesa pentecostale (la più importante della città). L’ospedale centrale di Boma è stato praticamente chiuso e alcuni medici ed infermieri messi in quarantena. Anche se da un paio di settimane abbiamo avuto l’autorizzazione ad iniziare le celebrazioni nelle nostre chiese, in realtà questo è il momento di massimo pericolo per il Covid-19. Cerchiamo di rispettare le consegne per non creare ulteriori focolai.         Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

“LASCIO IL NIGER, MA NON PADRE GIGI” (P. Vito GIROTTO)

3a. p. VitoSto lasciando definitivamente il Niger, ma in tempo di coronavirus è difficile viaggiare, e poi porto nel cuore un bagaglio molto pesante, fatto di domande e di assenze che mi lasciano perplesso.
Chi conosce la mia prossima partenza da questo paese, dove spesso mi vedeva assieme a p. Pier Luigi Maccalli, mi rivolge la domanda: “Perchè te ne vai quando p. Pier Luigi è ancora prigioniero in Africa?”
Qualcuno aggiunge: “Aspetta un po’, e quando il nostro padre sarà liberato, faremo una grande festa e poi partirete insieme. Continuiamo a pregare: Dio è grande e a lui ci affidiamo”.
Volti di persone, immagini dei 10 anni trascorsi in questo paese del Sahel, progetti realizzati insieme, incontri di programmazione per tante attività pastorali e umanitarie, feste vissute insieme nella goia e nella collaborazione con p. Gigi, mi ritornano continuamente nel cuore in questi giorni in cui sto lasciando fisicamente questa terra di sabbia che è entrata in ogni fessura del mio essere.
Ora la Missione è sulla croce, e la croce che si ergeva sulla collina di Bomoanga, divelta dal piedestallo e quindi ora non più visibile a chi era abituato a scorgerla da lontano, mi richiama il caro amico e confratello, che sta portandone una pesante e nascosta come lui, per violenza, nel deserto del Sahara.
Pochi ci credono, ma i semi del Vangelo trovano sempre fazzoletti di buon terreno, dove rovi e spine non possono impedire loro di germogliare e di portare frutto, anche se il seminatore è lontano. Ma è sempre vicino con la costanza e la speranza che il sudore del suo lavoro e della sua prova non siano dispersi.
Non è una sconfitta quel rapimento avvenuto ventun mesi fa, ma il sigillo della missione che continua con il marchio della croce. E la croce della missione è sempre vittoriosa, nonostante le apparenze umane.
La preghiera che Gigi sta facendo, assieme alla nostra e a quella di tanti amici, sparsi nel mondo, ci dia speranza e gioia di incontralo presto libero, ora che sappiamo che è vivo.
Che il Signore esaudisca questa nostra supplica comunitaria.        p. Vito Girotto, SMA    (da Niamey, Niger)

————————————————————