Articles Tagged with Riflessioni

Notiziario – riflessioni

Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

                    spero di non offendere nessuno se questa volta prendo la parola per trattare un argomento molto specifico e limitato nel tempo e nello spazio. Parlo infatti dell’iniziativa I VOLTI, LE STORIE, con la quale la Consulta Intercultura del Comune di Crema è uscita allo scoperto e si è voluta presentare alla cittadinanza.
Ultima nata in ordine di tempo, la Consulta Intercultura ha visto la luce solo un anno fa, dopo un lungo percorso preparatorio, che ha visto tante persone di nascita, di formazione e di cultura molto diverse alternarsi intorno al tavolo, dando suggerimenti, facendo proposte, ma soprattutto infondendo un’infinita fiducia che quel mondo multietnico e multiculturale nel quale stiamo vivendo non è solo un dato di fatto, ma una grande opportunità per crescere.         Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,
                                       sono passati pochi giorni da quando il papa Farncesco ha riconosciuto, nel corso di una solenne cerimonia tenutasi in S. Pietro, dieci nuovi Santi e subito sono scattate tante domande.
Ma chi sono i Santi? Chi può dirsi veramente Santo? E c’è proprio bisogno del riconoscimento del Papa per essere Santi?
Ecco di seguito una breve, ma interessante riflessione di P. Mario Ghezzi, missionario e direttore del Centro PIME di Milano.
Charles de Foucauld, l’uomo della fratellanza universale, Lazzaro Devasahayam, indiano convertito al cristianesimo dall’induismo che rifiutò le caste, Pauline Jaricot, inventrice dei gruppi missionari.          Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,
che cosa significa oggi, 9 maggio 2022, con una guerra alle porte, con l’economia dissestata, con le idee poco chiare, dopo due anni di pandemia, ricordarci dell’Europa. Ha senso celebrare una festa? Marco IMPAGLIAZZO, Presidente della Comunità di Sant’Egidio, prova a dare una risposta.
La Giornata dell’Europa, che si svolge ogni anno il 9 maggio, celebra la pace e l’unità del continente. La data segna l’anniversario della storica dichiarazione dell’allora ministro degli Esteri francese, Robert Schuman.
Schuman espose l’idea di una nuova forma di collaborazione politica, che avrebbe reso impensabile la guerra tra le nazioni europee ed è considerata l’atto di nascita di quella che oggi è l’Unione europea.
A quell’epoca la costruzione comunitaria era nelle mani di un’élite illuminata, che – grazie ai suoi valori – optò per un’avventura paradossale e avveniristica. Se qualcuno all’epoca avesse fatto votare i popoli su una qualsiasi decisione comune, sarebbero stati certamente contrari.           Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,
                           lascio la parola volentieri a chi ha lo spessore morale per dire certe cose senza il timore di essere smentito.

Il lavoro è misura di libertà, di dignità, rappresenta il contributo alla comunità.
È strumento di realizzazione di diritti sociali.
È motore di rimozione delle disuguaglianze, tema essenziale dopo la pandemia che le ha aggravate e ne ha create di nuove.
Premessa di tutto è la sicurezza sul lavoro.
È una battaglia che viene da lontano.          Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes.

Carissime, carissimi,

«Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare»

Ho ripensato a questa breve e famosa riflessione del pastore luterano Martin Niemöller dopo aver ascoltato le parole del Premier Mario Draghi che, in conferenza stampa di presentazione del Def, replicando ad una domanda sulle possibili implicazioni per l’economia italiana qualora realmente l’embargo del gas russo divenisse una realtà anche per il nostro Paese, così si è espresso:
«Ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace: preferiamo la pace o il termosifone, anzi il condizionatore acceso? Questa è la domanda che ci dobbiamo porre».          Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,
riportiamo Lettera aperta dei Nobel per la pace e dei cittadini del mondo contro la guerra e le armi nucleari.

Noi rifiutiamo la guerra e le armi nucleari. Chiediamo ai nostri concittadini di tutto il mondo di unirsi a noi per proteggere il pianeta, la nostra casa comune, da coloro che minacciano di distruggerlo.
L’invasione dell’Ucraina ha creato un disastro umanitario. Il mondo intero si trova di fronte alla più grande minaccia della storia: una guerra nucleare su scala globale, in grado di distruggere la civiltà umana e di causare irreparabili danni ecologici alla Terra.          Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missioni e Migrantes

Carissime, Carissimi,

                          Il 24 febbraio la Russia invade l’Ucraina riportando la guerra nel cuore dell’Europa.
La risposta immediata che arriva da chi ci governa è inviare armi all’Ucraina. Noi pensiamo che inviare armi non serva a riportare la pace, ma solo ad aumentare la violenza e il numero delle vittime.
Ancora una volta, chi governa pensa che la guerra sia l’unica soluzione.
Ci dice che la guerra può essere “giusta”, “necessaria”, e “inevitabile”: non è vero, non esistono guerre giuste, la guerra appare inevitabile solo a chi non ha fatto nulla per evitarla con i negoziati e la diplomazia.
Ci dice che la guerra può essere “umanitaria”: non è vero, la guerra porta sempre morte e distruzione, è la negazione dell’umanità.          Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

                      anche questa volta lascio, metaforicamente, la penna a due testimonianze che ci faranno riflettere a lungo. La prima è opera di Domenico QUIRICO, giornalista ed inviato di guerra ben noto ed impegnato da tantissimi anni sul fronte della guerra, al punto da pagare di persona con un doppio rapimento nel 2011 in Libia e nel 2013 in Siria. La seconda è opera di mons. Mimmo BATTAGLIA, arcivescovo di Napoli. Si tratta della preghiera che il Papa ha letto al termine dell’Udienza Generale di mercoledì scorso.                      

Lettera aperta al Papa
Santità Oso. Oso lanciarle un appello perché credo che soltanto un grande gesto umano possa spezzare questa mischia sacrilega in cui l’Europa sale sullo scannatoio e come per un contagio di furore omicida tutti ormai si armano e gridano e minacciano e sembra impossibile salvare la ragione dalle allucinazioni che il flagello scatena. Oso con l’umile diritto del credente.            Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

                            anche questa volta lasciamo parlare i protagonisti di questa crisi. Anzi mettiamo a confronto le loro parole per meglio capire i valori (se così possiamo dire) di cui sono portatori. Il primo testo è quanto ha detto papa FRANCESCO, al termine dell’Angelus di domenica scorsa 6 marzo. Il secondo è quanto a 3.000 km di distanza, più o meno nelle stesse ore ha detto KYRILL il patriarca di Mosca e di tutte le Russie.
In Ucraina scorrono fiumi di sangue e di lacrime. Non si tratta solo di un’operazione militare, ma di guerra, che semina morte, distruzione e miseria. Le vittime sono sempre più numerose, così come le persone in fuga, specialmente mamme e bambini. In quel Paese martoriato cresce drammaticamente di ora in ora la necessità di assistenza umanitaria.          Continua nell’ ALLEGATO

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LA VIA CRUCIS DEI CRISTIANI CHE SI COMBATTONO TRA LORO (Giorgio Bernardelli)

8a. La via crucis...La Passione di Gesù e una guerra nel cuore dell’Europa dove anche molti di coloro che imbracciano le armi si professano cristiani.

“Ma come mai se sono entrambi cristiani si combattono?”. La domanda è dichiaratamente ingenua: sappiamo fin troppo bene che è già accaduto tante volte, anche in anni non poi così lontani. Eppure il dramma dell’invasione dell’Ucraina che si sta consumando sotto i nostri occhi non può non provocarci anche su questo. Non fosse altro che per il fatto che lo scontro armato a Kiev è stato preceduto da fratture e anatemi tra due Chiese, che rendono tuttora difficile una parola comune di pace pronunciata dai cristiani. Per questo all’inizio di questa Quaresima così segnata da questa ecatombe, voglio proporre una Via Crucis che mette a tema le divisioni tra i cristiani. Non solo quelle in Ucraina e in Russia, ma anche quelle a noi molto più vicine. Per toglierle dall’ineluttabilità in cui le abbiamo catalogate e riconoscerle invece come una ferita profonda che chiede oggi in maniera eloquente di essere redenta nel mistero della Pasqua.           Continua nell’ ALLEGATO

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