L’ITALIA DEL «CHI CI GUADAGNA?» (Giorgio Bernardelli)

8. poveriScampato pericolo sull’Ires al non profit? No, perché la questione non è solo fiscale, ma di sguardo sul Paese

È stato uno sbaglio e lo correggeranno. Conte, Salvini e Di Maio, sono scesi in campo in formazione completa ieri per assicurarlo: il raddoppio dell’Ires al non profit è stato un errore; loro non ce l’avevano con il volontariato ma solo «con i furbi». E anche se nella legge di stabilità adesso questa cosa non si può più cambiare, la «ricalibreranno» appena possibile a gennaio. Lo prendiamo per buono, anche se per un governo che a ogni pié sospinto ripete che con loro «chi sbaglia paga» aggiungere almeno uno «scusate tanto» non avrebbe guastato… Ma queste sono finezze. Tutto a posto, dunque? No. E non solo perché bisognerà vedere concretamente come la manterranno questa nuova promessa. Il punto vero è un altro: la questione non è fiscale, ma di sguardo sul Paese. Abbiamo al governo oggi l’Italia che non crede più nelle persone che si mettono insieme per dare risposte ai bisogni.      Continua nell’ ALLEGATO

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IL VANGELO CI COMUNICA IL DINAMISMO DELLA FEDE E DELLA CARITÀ (papa FRANCESCO – Angelus 23/12/18)

2. papa-francesco-min-1140x757La liturgia di questa quarta domenica di Avvento pone in primo piano la figura di Maria, la Vergine Madre, in attesa di dare alla luce Gesù, il Salvatore del mondo. Fissiamo lo sguardo su di lei, modello di fede e di carità; e possiamo chiederci: quali erano i suoi pensieri nei mesi dell’attesa?

La risposta viene proprio dal brano evangelico di oggi, il racconto della visita di Maria alla sua anziana parente Elisabetta (cfr Lc 1,39-45). L’angelo Gabriele le aveva svelato che Elisabetta aspettava un figlio ed era già al sesto mese (cfr Lc 1,26.36). E allora la Vergine, che aveva appena concepito Gesù per opera di Dio, era partita in fretta da Nazareth, in Galilea, per raggiungere i monti della Giudea, e trovare sua cugina.     Continua nell’ ALLEGATO

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A NATALE NON MUORE LA SPERANZA PER P. MACCALLI (Agenzia Fides)

3. Non muore la speranzaAfrica/Niger

“A Niamey, la capitale del paese, durante le celebrazioni, non manca mai la preghiera per la liberazione di padre Gigi, che da ormai tre mesi è nelle mani dei suoi rapitori. Alla fine di ogni Messa, celebrata nelle comunità della diocesi di Niamey, questa preghiera viene recitata coralmente e, probabilmente, lo faremo anche a Natale, a meno che, nel frattempo, p. Gigi non venga liberato: ce lo auguriamo tutti. Se così fosse, sarà uno splendido Natale. La speranza non muore”.

È quello che scrive all’Agenzia Fides padre Vito Girotto, sacerdote della Società per le Missioni Africane in Niger. “Ho dovuto abbandonare la parrocchia, dopo il rapimento di padre Gigi Maccalli (vedi Fides 18/9/2018) – scrive – e venire a risiedere a Niamey”, racconta.        Continua nell’ ALLEGATO

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SE IL NOSTRO CUORE E’ IN DIO LA GIOIA E’ PIENA (papa FRANCESCO – Angelus 16/12/18)

1. Angelus PapaIn questa terza domenica di Avvento la liturgia ci invita alla gioia. Sentite bene: alla gioia. Il profeta Sofonia si rivolge con queste parole alla piccola porzione del popolo di Israele: «Rallegrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele, esulta e acclama con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme!» (3,14).

Gridare di gioia, esultare, rallegrarsi: questo è l’invito di questa domenica. Gli abitanti della città santa sono chiamati a gioire perché il Signore ha revocato la sua condanna (cfr v. 15). Dio ha perdonato, non ha voluto punire! Di conseguenza per il popolo non c’è più motivo di tristezza, non c’è più motivo di sconforto, ma tutto porta a una gratitudine gioiosa verso Dio, che vuole sempre riscattare e salvare coloro che ama. E l’amore del Signore per il suo popolo è incessante, paragonabile alla tenerezza del padre per i figli, dello sposo per la sposa, come dice ancora Sofonia: «Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia» (v. 17). Questa è – così si chiama – la domenica della gioia: la terza domenica dell’Avvento, prima del Natale.     Continua nell’ ALLEGATO

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IL NATALE DI PADRE GIGI MACCALLI: CHIUSA LA SUA MISSIONE DI BOMOANGA, MA NON MUORE LA SPERANZA (Ag. Fides)

MALI-BAMAKO-NIGER RIVER-DAILY LIFEUna finestra sul Niger

Sono ormai passati tre mesi dal rapimento di padre Pier Luigi Maccalli, sacerdote della Società per le Missioni Africane. Non vi è nessuna notizia certa sul luogo in cui è tenuto prigioniero né sui passi intrapresi per liberarlo. La sua missione di Bomoanga, in Niger, dove ha lavorato per più di 11 anni, è stata chiusa: i missionari e le suore hanno dovuto rifugiarsi a Niamey, la capitale. I pochi cristiani rimasti sono nello sconforto. Come sarà il loro Natale quest’anno? E come lo vivrà padre Gigi? “Attraverso alcuni scritti dello stesso p. Gigi, noi tutti, suoi confratelli SMA, teniamo viva la speranza”, scrive all’Agenzia Fides p. Marco Prada, SMA.
Per le celebrazioni natalizie del 2013 p. Gigi scriveva: “La sera, nella mia missione, alzo sovente lo sguardo verso il cielo. Oggi capisco perché ci sono tante stelle così luminose: sono le stelle degli innocenti. Basti pensare che per il solo Niger, la malnutrizione ha già causato la morte di più di 2.500 bambini tra il mese di gennaio e quello di settembre di quest’anno.      Continua nell’  ALLEGATO

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I PRIMI TRE MESI DI LIBERTÀ DI PIERLUIGI (Mauro Armanino)

3. padre_maccalliUna finestra sul Niger

Rapito da sconosciuti il 17 settembre scorso e ancora nelle mani di chi l’ha venduto per una causa perduta fin dall’inizio. Fare soldi e contribuire a creare sconcerto e paura nel cuore delle fragili comunità cristiane intessute di sabbia e di cielo. Pierluigi Maccalli non è mai stato libero come adesso, proprio ora che non ha più potere sul tempo, le mani e le parole. Libero nelle mani dell’Altro che come lui si è fatto schiavo, diventando come sabbia nelle mani umane, Lui, il Dio fatto sabbia fin dall’inizio del tempo. Tutto era scritto da sempre. Pierluigi lo diceva sempre. Che in una missione bisogna ‘durare’, e in particolare in quel pezzo di savana che l’ha sedotto e poi abbandonato al suo destino. Senza volerlo hanno messo in pratica il suo desiderio.    Continua nell’ ALLEGATO

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