Articles Tagged with La parola del Papa

Notiziario – La Parola del Papa

PENSARE DI MENO A SE STESSI E ANDARE INCONTRO AI BISOGNI DEL NOSTRO PROSSIMO (Papa Francesco – Angelus 18/03/2018)

1b. AngelusIl Vangelo di oggi (cfr Gv 12,20-33) racconta un episodio avvenuto negli ultimi giorni della vita di Gesù. La scena si svolge a Gerusalemme, dove Egli si trova per la festa della Pasqua ebraica. Per questa celebrazione rituale sono arrivati anche alcuni greci; si tratta di uomini animati da sentimenti religiosi, attirati dalla fede del popolo ebraico e che, avendo sentito parlare di questo grande profeta, si avvicinano a Filippo, uno dei dodici apostoli, e gli dicono: «Vogliamo vedere Gesù» (v. 21).

Giovanni pone in risalto questa frase, centrata sul verbo vedere, che nel vocabolario dell’evangelista significa andare oltre le apparenze per cogliere il mistero di una persona. Il verbo che utilizza Giovanni, “vedere”, è arrivare fino al cuore, arrivare con la vista, con la comprensione fino all’intimo della persona, dentro la persona.    Continua nell’ ALLEGATO

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DIO NON CI LASCIA MAI DA SOLI (Papa Francesco)

1b. angelusAngelus      11.03.18 – IV di Quaresima

In questa quarta domenica di Quaresima, chiamata domenica “laetare”, cioè “rallegrati”, perché così è l’antifona d’ingresso della liturgia eucaristica che ci invita alla gioia: «Rallegrati, Gerusalemme […]. – così, è una chiamata alla gioia – Esultate e gioite, voi che eravate nella tristezza».

Così incomincia la Messa. Quale è il motivo di questa gioia? Il motivo è il grande amore di Dio verso l’umanità, come ci indica il Vangelo di oggi: «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16). Queste parole, pronunciate da Gesù durante il colloquio con Nicodemo, sintetizzano un tema che sta al centro dell’annuncio cristiano: anche quando la situazione sembra disperata, Dio interviene, offrendo all’uomo la salvezza e la gioia. Dio, infatti, non se ne sta in disparte, ma entra nella storia dell’umanità, si “immischia” nella nostra vita, entra, per animarla con la sua grazia e salvarla.   Continua nell’ ALLEGATO

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NON SOLO UN LINGUAGGIO NUOVO, MA UNA NUOVA COMPRENSIONE DELLA VERITÀ (Papa Francesco)

1b. Papa FrancescoPubblichiamo uno tra i più significativi discorsi pronunciati da papa Francesco nei cinque anni di pontificato. Si tratta del discorso tenuto da papa Francesco l’11 ottobre 2017 ai partecipanti all’incontro promosso dal Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Si tratta del discorso con cui il papa ha chiesto che il Catechismo affermi che la pena di morte è in se stessa contraria al Vangelo e disumana. La Parola di Dio non può essere conservata in naftalina e contiene novità che non sono ancora venute alla luce.

Il venticinquesimo anniversario della Costituzione apostolica Fidei depositum, con la quale san Giovanni Paolo II promulgava il Catechismo della Chiesa Cattolica, a trent’anni dall’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, è un’opportunità significativa per verificare il cammino compiuto nel frattempo.   Continua nell’ ALLEGATO

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NON VIVERE NELLA CONTINUA RICERCA DI UN TORNACONTO. Angelus 04.03.2018 (Papa Francesco)

1Il Vangelo di oggi presenta, nella versione di Giovanni, l’episodio in cui Gesù scaccia i venditori dal tempio di Gerusalemme (cfr Gv2,13-25). Egli fece questo gesto aiutandosi con una sferza di cordicelle, rovesciò i banchi e disse: «Non fate della casa del Padre mio un mercato!» (v. 16).

Questa azione decisa, compiuta in prossimità della Pasqua, suscitò grande impressione nella folla e l’ostilità delle autorità religiose e di quanti si sentirono minacciati nei loro interessi economici. Ma come dobbiamo interpretarla? Certamente non era un’azione violenta, tant’è vero che non provocò l’intervento dei tutori dell’ordine pubblico: della polizia. No! Ma fu intesa come un’azione tipica dei profeti, i quali spesso denunciavano, in nome di Dio, abusi ed eccessi. La questione che si pose era quella dell’autorità. Infatti i Giudei chiesero a Gesù: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?» (v. 18), cioè quali autorità tu hai per fare queste cose? Come a richiedere la dimostrazione che Egli agiva davvero in nome di Dio.     Continua nell’ ALLEGATO

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CREDETE A QUESTA BUONA NOTIZIA CHE IL REGNO DI DIO È VICINO – Angelus 18.02.2018 (Papa Francesco)

1In questa prima domenica di Quaresima, il Vangelo richiama i temi della tentazione, della conversione e della Buona notizia. Scrive l’evangelista Marco: «Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana» (Mc 1,12-13). Gesù va nel deserto per prepararsi alla sua missione nel mondo. Egli non ha bisogno di conversione, ma, in quanto uomo, deve passare attraverso questa prova, sia per Sé stesso, per obbedire alla volontà del Padre, sia per noi, per darci la grazia di vincere le tentazioni. Questa preparazione consiste nel combattimento contro lo spirito del male, cioè contro il diavolo.    Continua nell’ ALLEGATO

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LA TRASFIGURAZIONE PERMETTE AI DISCEPOLI DI AFFRONTARE LA PASSIONE DI GESÙ IN MODO POSITIVO Angelus 25.02.2018 – (Papa Francesco)Papa

1Il Vangelo di oggi, seconda domenica di Quaresima, ci invita a contemplare la trasfigurazione di Gesù (cfr Mc 9,2-10).

Questo episodio va collegato a quanto era accaduto sei giorni prima, quando Gesù aveva svelato ai suoi discepoli che a Gerusalemme avrebbe dovuto «soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere» (Mc 8,31). Questo annuncio aveva messo in crisi Pietro e tutto il gruppo dei discepoli, che respingevano l’idea che Gesù venisse rifiutato dai capi del popolo e poi ucciso. Loro infatti attendevano un Messia potente, forte, dominatore, invece Gesù si presenta come umile, come mite, servo di Dio, servo degli uomini, che dovrà donare la sua vita in sacrificio, passando attraverso la via della persecuzione, della sofferenza e della morte.     Continua nell’ ALLEGATO

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«PER IL DILAGARE DELL’INIQUITÀ, SI RAFFREDDERÀ L’AMORE DI MOLTI» (Mt 24,12) Messaggio di papa Francesco per la Quaresima 2018

Cari fratelli e sorell1e,

ancora una volta ci viene incontro la Pasqua del Signore! Per prepararci ad essa la Provvidenza di Dio ci offre ogni anno la Quaresima, «segno sacramentale della nostra conversione», che annuncia e realizza la possibilità di tornare al Signore con tutto il cuore e con tutta la vita.

 Anche quest’anno, con il presente messaggio, desidero aiutare tutta la Chiesa a vivere con gioia e verità in questo tempo di grazia; e lo faccio lasciandomi ispirare da un’espressione di Gesù nel Vangelo di Matteo: «Per il dilagare dell’iniquità l’amore di molti si raffredderà» (24,12).

 Questa frase si trova nel discorso che riguarda la fine dei tempi e che è ambientato a Gerusalemme, sul Monte degli Ulivi, proprio dove avrà inizio la passione del Signore. Rispondendo a una domanda dei discepoli, Gesù annuncia una grande tribolazione e descrive la situazione in cui potrebbe trovarsi la comunità dei credenti: di fronte ad eventi dolorosi, alcuni falsi profeti inganneranno molti, tanto da minacciare di spegnere nei cuori la carità che è il centro di tutto il Vangelo.

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ANCHE I VESCOVI SONO POPOLO, ALTRIMENTI SONO UNA CARICATURA (Papa Francesco)

1Nel difficile viaggio in Cile, il papa ha detto ai vescovi, riuniti nella cattedrale di Santiago, che la Chiesa non è e non sarà mai un’élite di consacrati, sacerdoti e vescovi, ma sempre un popolo di Dio. Il clericalismo spegne la Chiesa. “I laici non sono i nostri servi, né i nostri impiegati. Non devono ripetere come ‘pappagalli’ quello che diciamo”. Non smettete di sognare, trasformate tutto per l’evangelizzazione del Cile non per un’autoconservazione ecclesiastica.

Già nei colloqui delle due lunghe sessioni della visita ad limina (dell’anno scorso) abbiamo toccato molti temi. Perciò in questo “saluto” mi piacerebbe riprendere qualche punto dell’incontro che abbiamo avuto a Roma, e lo potrei riassumere nella seguente frase: la coscienza di essere popolo, di essere Popolo di Dio. Uno dei problemi che affrontano oggigiorno le nostre società è il sentimento di essere orfani, cioè di non appartenere a nessuno. Questo sentire “postmoderno” può penetrare in noi e nel nostro clero; allora incominciamo a pensare che non apparteniamo a nessuno, dimentichiamo che siamo parte del santo Popolo fedele di Dio e che la Chiesa non è e non sarà mai un’élite di consacrati, sacerdoti o vescovi.     Continua nell’ ALLEGATO

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PER LA DIFESA DELLA VITA, DELLA TERRA E DELLE CULTURE (Papa Francesco)

1Riportiamo il discorso che il Papa ha indirizzato alla popolazione peruviana il 19 gennaio a Puerto Maldonado.

Cari fratelli e sorelle,
Vedo che siete venuti non solo dalle diverse zone di questa Amazzonia peruviana, ma anche dalle Ande e da altri paesi vicini. Che bella immagine della Chiesa, che non conosce frontiere e nella quale tutti i popoli possono trovare il loro spazio! Quanto abbiamo bisogno di questi momenti dove possiamo incontrarci e, al di là delle nostre provenienze, incoraggiarci a dar vita a una cultura dell’incontro che ci rinnova nella speranza.    Continua nell’ ALLEGATO

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RICONOSCIAMO GESU’ NEL VOLTO DI TUTTI I BAMBINI. (Papa Francesco)

1Riportiamo il Messaggio “Urbi et Orbi” che papa Francesco ha lanciato alla Città e al Mondo il giorno di Natale.

Cari fratelli e sorelle, buon Natale!,

A Betlemme, dalla Vergine Maria, è nato Gesù. Non è nato per volontà umana, ma per il dono d’amore di Dio Padre, che «ha tanto amato il mondo, da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16). Questo evento si rinnova oggi nella Chiesa, pellegrina nel tempo: la fede del popolo cristiano rivive nella liturgia del Natale il mistero di Dio che viene, che assume la nostra carne mortale, che si fa piccolo e povero per salvarci. E questo ci riempie di commozione, perché troppo grande è la tenerezza del nostro Padre.   Continua nell ALLEGATO

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