YEKATIT 12: UNA VERGOGNA ITALIANA

Addis Abeba obelisco vittime etiopia
Addis Abeba obelisco vittime etiopia

Yekatit 12 è una data. È il 12° giorno del mese di yekatit, che nel calendario etiope corrisponde al nostro 19 febbraio. Il 19 febbraio 1937 infatti ebbe inizio una delle pagine più sanguinose della nostra storia coloniale che causò non meno di 20.000 morti tra i civili. Italiani brava gente?

 Il punto di partenza di ciò che racconteremo questa sera è il 9 maggio del ’36 quando a Roma Mussolini annunciava davanti a una folla delirante che l’Italia dopo venti secoli aveva di nuovo il suo impero, “sui colli fatali di Roma”!
L’Etiopia con il ferro e con il sangue (e anche con i gas) era stata conquistata dal duo Graziani-Badoglio.     Continua nell’ ALLEGATO

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UN PROGETTO CONTRO LA POVERTÀ ABITATIVA (A. Marazzi)

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Una proposta concreta e unitaria di CARITAS e ACLI Crema che garantirà reciprocamente proprietari e inquilini. In campo anche i Comuni dell’Area Omogenea.

Alla presentazione del rapporto nazionale “Fili d’erba nelle crepe” sulle povertà 2024, venerdì scorso in sala Alessandrini – di cui s’è riferito sabato scorso – è seguita l’illustrazione del “Progetto sull’abitare”, mirato a far fronte al crescente bisogno di casa che si riscontra anche nel nostro territorio.      Continua nell’ ALLEGATO

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DARE SENSO AL VIAGGIO (la Redazione)

8a. Corso '24Al via il 21° Corso di preparazione per una breve esperienza in missione, organizzato dal Centro Missionario Diocesano per permettere a giovani di tutte le età di conoscere ed apprezzare il lavoro di tante giovani Chiese.

 “Ciò che ho trovato davvero meraviglioso in questo viaggio sono le persone”.
“La gente ci ha accolto ogni giorno con gioia, con un senso di solidarietà così grande che è impossibile anche solo immaginare”.
“Tutti, anche quelli incontrati per caso, avevano voglia di conoscerci e di parlare con noi, che lì eravamo i diversi. Mentre noi invece dimentichiamo che la diversità può solo essere una ricchezza”.
“E ora non vedo l’ora di tornare”.    Continua nell’ ALLEGATO

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Germogli di SPERANZA (Mario Calabresi)

In occasione del Giubileo del Mondo della Comunicazione, svoltosi il 25 gennaio scorso, anche Mario Calabresi è stato chiamato a portare il suo contributo. Ecco alcuni significativi passaggi del suo intervento.
“Si può ancora comunicare con speranza? O quella dei nostri giorni è solo una narrazione disperata, un’informazione in cui il male è protagonista assoluto, in cui la cronaca nera è il nostro pane quotidiano, un’informazione in cui la rabbia e l’odio sono l’aria che respiriamo, in cui la propaganda costruisce ogni giorno un nemico, un colpevole?      Continua nell’ ALLEGATO

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LIBERTÀ PER
ALBERTO TRENTINI

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“Amici tutti dobbiamo tenere alta l’attenzione 
affinché rimangano accesi i riflettori
sulla vicenda drammatica di Alberto
e confidiamo che il nostro governo si impegni
e si adoperi per fare tutto il necessario
per riportarcelo sano e salvo presto a casa”.
 
Armanda ed Ezio TRENTINI – Fiaccolata di solidarietà – Lido di Venezia – 8 febbraio 2025

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EDITORIALE

Se vuoi un muro, ottieni un muro

«Quindi, avete votato per costruire un muro… Bene, cari americani, anche se non capite molto di geografia, dato che per voi l’America è il vostro Paese, non un continente, è importante che scopriate, prima che venga posato il primo mattone, che oltre quel muro ci sono 7 miliardi di persone.
Ma dato che non conoscete davvero il termine “persone”, le chiameremo “consumatori”. Ci sono 7 miliardi di consumatori pronti a sostituire i loro iPhone con dispositivi Samsung o Huawei in meno di 42 ore. Possono anche sostituire Levi’s con Zara o Massimo Duti.      Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,
                              ci è sembrato giusto, questa volta, dedicare la copertina al caso di Alberto TRENTINI, il cooperante di Venezia che da quasi tre mesi si trova nelle carceri venezuelane e del quale non abbiamo quasi notizie. A noi non piace pensare che ci siano prigionieri di serie A e prigionieri di serie B. chi si trova in carcere ingiustamente soffre nello stesso modo e bene hanno fatto i genitori di Giulio REGENI a ricordarlo pubblicamente. Lo facciamo anche noi, nel nostro piccolo, nella convinzione che la conoscenza sia l’anticamera della libertà.      Continua nell’ ALLEGATO

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